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“Celtica”: l’identità nativa europea
Siamo alle porte della 20° edizione di “Celtica” la storica manifestazione artistica e culturale che ha avuto sin dagli esordi un successo enorme… proprio perché va a risvegliare memorie sopite nel nostro inconscio collettivo. Dal 7 al 10 luglio 2016 a Courmayeur: quest’anno, a Celtica, 4 attività di Ecopsicologia!
La Storia che studiamo a Scuola prende in considerazione quanto è avvenuto nel continente europeo solo a partire dai Greci e dai Romani, rimuovendo completamente l’identità e la dignità dei tanti popoli che hanno preceduto queste culture e che hanno contribuito a costruire la storia e la cultura di quella che oggi chiamiamo Europa.

La storia dell’Europa Antica, grazie ai ritrovamenti e agli studi dell’archeologa lituana Marija Gimbutas, inizia molto prima. Nell’arco dei 20.000 anni che hanno preceduto l’invasione delle cosiddette culture Kurgan (da Caucaso, Asia, Siberia e Mongolia), in Europa vigeva una cultura pacifica, artisticamente e commercialmente evoluta, in cui non c’erano disparità sociali né prevaricazione sulle donne e in cui vigevano culti di divinità femminili.
La cultura Celtica si consolida – siamo intorno al 1000 a.C. – dall’incontro e armonica combinazione tra questo antico nucleo pacifico e matriarcale e quello più recente proveniente dall’Eurasia, guerriero, patriarcale e con un ricco pantheon maschile. I Celti si sono distribuiti in un'ampia area dell'Europa, dalle Isole britanniche fino al bacino del Danubio, con alcuni insediamenti isolati più a sud, nelle penisole iberica, italica e anatolica.

La società Celtica era profondamente evoluta e caratterizzata da parità di diritti da uomini e donne. Gli esponenti del mondo culturale e religioso Celta erano in contatto con le altre culture misteriche del mondo antico. La visione nei confronti del mondo che più si avvicina alla Celtica è quella dei nativi americani, caratterizzata da un profondo rispetto per la Terra, da una implicita consapevolezza ecologica e da una visione immanentista, con un concetto di divinità insito nella creazione e non esterna a essa.

La Storia che studiamo a Scuola è quella dei vincitori che mettono in risalto la propria grandezza e condannano all’oblio quanto c’era prima. Giulio Cesare, proprio nella sua guerra contro le popolazioni Celtiche ha inaugurato uno stile di belligeranza che poco onore rende ai Romani e che è purtroppo in auge sino a oggi: non si è limitato, come i sui predecessori, a far combattere le guerre agli eserciti sui campi di battaglia, ma ha coinvolto nel conflitto anche la popolazione civile, sterminando donne, vecchi e bambini. Giulio Cesare aveva capito che il cuore della resistenza Celtica era nella visione spirituale che dava forza a questa popolazione di cui la figura del druido si faceva promotore. Ha ordinato che le querce sacre, punto di incontro per la collettività e simbolo di questa cultura così attenta alla relazione con la natura e con le forze invisibili che in essa regnano, venissero tagliate e con esse anche le teste dei capi spirituali.
Baluardo della cultura Celtica è stata l’Irlanda che i Romani non sono riusciti a invadere e in cui il Cristianesimo, fervido oppositore di tutto quanto ancora rimasto vivo di questa cultura così in sintonia con la natura, è arrivato soltanto 1000 anni dopo e quando si è diffuso l'ha fatto intrecciandosi alla mistica ancora rimasta viva sull’isola.

2000 anni di repressione non hanno cancellato del tutto la memoria e il fascino di questa cultura così a lungo dimenticata che è stata humus per la mentalità europea, profondamente ancorata alle radici, per l’emergente spirito ambientalista e anche per l’Ecopsicologia, che promuove una mentalità che onora le radici alla base della nostra identità, in quanto singoli individui e in quanto sapiens.

Il successo di “Celtica”, nata nel 1997 da un gruppo di appassionati – riunitisi poi col nome di Clan Mor Arth – e diretta da vent’anni da Riccardo Taraglio, ha le sue basi in questa presenza rimossa ma oggi viva più che mai di un senso di appartenenza a uno stile di vita e a dei valori più essenziali, in cui bellezza e gioia di vivere abbiano grande spazio, in cui arte e musica siano dominanti e coinvolgenti, in cui la convivialità sia improntata da uno spirito dei tempi antichi in cui la curiosità e non la conflittualità era la prima molla verso l’altro: “Non ci sono estranei qui, solo amici che non abbiamo ancora conosciuto”, è scritto sullo striscione che accoglie alla manifestazione, nel bosco di Peuterey, in Val Veny.

Giovedì 7 a domenica 10 luglio in Val Veny, Courmayeur, Valle d’Aosta avrà luogo la 20° edizione con un ricco, ricchissimo programma. Tra le attività a diposizione del pubblico anche 4 workshop di Ecopsicología, condotti da Marcella Danon e da Bruno Gentili:
  • I 4 archetipi celtici in azione - VENERDI alle 15,00
  • L’eredità celtica dell’Ecopsicologia - SABATO alle 10,00
  • Sincronicità e destino - SABATO alle 15,00
  • Dal labirinto di Cnosso al labirinto della Dea Dana - DOMENICA alle 10,00

La speranza è che recuperando la connessione con queste nostre radici dimenticate, potremo anche risvegliare la nostra innata intelligenza ecologica e attivarci consapevolmente e appassionatamente per difendere il diritto di vivere con gioia e bellezza su questa nostra bella Terra: questa è la mission dell’Ecopsicologia.


Per info e iscrizioni alla manifestazione Celtica, ecco il sito ufficiale: www.celtica.vda.itLeggi anche: "L’eredità celtica dell’Ecopsicologia"Leggi anche la recensione della 19° edizione: "I valori ecologici della tradizione celtica"
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