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I valori ecologici della tradizione celtica
Le innumerevoli connessioni tra il polo antico e il polo moderno del forte richiamo alla saggezza della natura – Tradizione Celtica ed Ecopsicologia – sono emerse con entusiasmo alla 19° edizione di “Celtica”, In Valle d’Aosta, a cui la redazione di Eco We ha partecipato con gioia.
«La natura ci insegna… il valore della diversità. Non siamo tutti uguali. Abbiamo, sì, lo stesso valore, ma diverse funzioni e possiamo mettere questa diversità al servizio della Società». Con queste parole – che sintetizzano il cuore del messaggio dell’Ecopsicologia – Riccardo Taraglio, il direttore artistico di “Celtica”, ha dato inizio a uno degli eventi più attesi dell’ormai storico Festival internazionale di musica, arte e cultura celtica: il concerto d’arpa ad alta quota del grande compositore e polistrumentista Vincenzo Zitello.

In una splendida giornata estiva, sotto un sole sfolgorante, centinaia di persone, adulti e bambini, hanno affrontato la lunga camminata sino ai 2020 metri del piccolo lago del Miage, ai piedi del massiccio del Monte Bianco, per ascoltare antichi racconti e ballate sullo sfondo di boschi, vette ancora innevate e di un cielo azzurro immacolato. Un evento, ormai un rituale, ripetuto da 19 anni – il Festival è nato nel 1997 – che fa vivere l’esperienza unica e indimenticabile fornendo, peraltro, testimonianza diretta del cambiamento climatico in corso, giacché nel corso degli anni il bacino d’acqua è sempre più piccolo e il ghiacciaio che lo alimenta sempre più ritirato.

Il cuore della manifestazione, che ha avuto luogo dal 2 al 5 luglio, è stato il bosco di Peuterey, tra imponenti alberi centenari e lungo il corso vitale e tumultuoso della Dora. In questi cinque giorni si sono incontrate persone da tutta Italia, e non solo, per ascoltare concerti, per partecipare a laboratori, a conferenze, a lezioni di artigianato, combattimento con le spade (di legno), di arpa; per degustare sidro, idromele, birre artigianali e cucina Valdostana ispirata alla tradizione celtica; e anche per passeggiare in un accampamento tradizionale, con botteghe di artigianato, laboratori di oreficeria, falò attorno a cui incontrarsi a cantare di notte. E ancora tanti tantissimi eventi, flash mob, passeggiate notturne, premiazione dei migliori costumi, balli, giochi…

Il pregio di “Celtica” è proprio quello che ha saputo mantenere intatto lo spirito di passione per gli aspetti estetici, culturali e valoriali della tradizione celtica senza mai scadere nella banalizzazione e commercializzazione. Nell’incontro tra appassionati di una cultura di altri tempi, si ritrovano persone che sono, consapevolmente o meno, alla ricerca di valori alternativi ai disvalori contemporanei di apparenza, consumo e spreco, nella più totale inconsapevolezza delle leggi di interdipendenza che regolano la natura.

E’ proprio questo il punto di incontro tra Celtica e l’Ecopsicologia! Lo spirito di profonda conoscenza e riverenza per la natura, connaturato alla nostra eredità europea dimenticata, diventa un modello attuale e necessario che guida a un’interazione con l’ambiente caratterizzata dalla consapevolezza che… “noi siamo natura”, siamo parte integrante del processo della vita in evoluzione, non siamo qualche cosa di diverso e avulso dal contesto in cui viviamo. Il fulcro del degrado ambientale contemporaneo e del malessere esistenziale così diffuso è il fatto che abbiamo smarrito il senso di connessione con la natura, con quella esterna e con la nostra stessa individuale, quella che – con lo stimolo dei “grandi” di tutti i tempi – ci spinge a chiederci in continuazione “chi sono”, perché preme per manifestarsi, per esprimersi, per tradursi in azione utile alla vita, per dare un senso più ampio alla nostra esperienza terrestre.

La cultura celtica fa risuonare l’inconscio ecologico, quella parte di noi, rimossa ma sempre presente, che sa queste cose, che ricorda il processo evolutivo da cui veniamo, di cui siamo parte e di cui, oggi, possiamo diventare parte attiva… se ci risvegliamo e rispondiamo con chiarezza a questa domanda “chi sono io?”. La cultura celtica è il nostro passato; un passato finora dimenticato, facendo il gioco di Giulio Cesare che scoprì che l’unico modo che aveva di piegare le popolazioni celtiche era quello di tagliare le sacre querce e di massacrare i druidi, che incarnavamo lo spirito stesso di quei tempi; un passato vilipeso, sino a poco fa in cui i portatori di conoscenza antiche sono stati perseguitati e definiti stregoni e ciarlatani; un passato che riemerge nella sua essenza per ridare linfa vitale ai suoi figli lontani nel tempo, per farci ritrovare oggi, nel terzo millennio, la nostra eredità di nativi d’Europa. Perché solo ben saldi sulle nostre radici antiche potremo proseguire il percorso dei figli e figlie dell’uomo verso un futuro possibile, auspicabile, non solo sostenibile, ma godibile, all’insegna di tre valori che ci arrivano dai nostri progenitori celti: gioia, generosità e gratitudine. Sono proprio questi i valori che sono stati richiamati, nel loro splendido dialogo sotto ai larici, da un uomo di conoscenza antica e un uomo di conoscenza moderna, un druido e un biologo, svoltosi in uno sfolgorante sabato mattino a Celtica 2015, uniti dal comune messaggio che “siamo parte di un mondo naturale meraviglioso e apparteniamo a un pianeta la cui vita è frutto di qualcosa di miracoloso”.

Ancora una volta, l’antico richiamo a valori dimenticati della nostra storia ignorata vibra in risonanza con i messaggi attuali e appassionati dell’Ecopsicologia che promuove il risveglio e l’autorealizzazione individuale come strategia di innalzamento del livello di consapevolezza planetaria, che si accosta allo studio delle leggi della natura come fonte di ispirazione per disegnare processi di interazione sociale funzionali, collaborativi… ecologici. Nell’Ecopsicologia si risveglia e si attiva l’antica saggezza delle culture tradizionali native intrecciandosi alla moderna conoscenza eticamente ispirata, per affacciarsi propositivamente a un futuro ancora tutto da inventare e da costruire.





Approfondimento su Eco We: "L'eredità celtica dell'Ecopsicologia"Le foto della manifestazione fatte dalla Redazione di Eco WeIl sito di "Celtica 2015"
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