eco we
Il segreto del Counseling
Studiate! Ma quando siete davanti al cliente dimenticate tutto, e siate lì per lui, aperti ad accoglierlo e comprenderlo, senza giudizio, senza interpretazioni, senza la pretesa di trovare soluzioni.
L’obiettivo del counseling è quello di creare un ambiente facilitante in cui possa avvenire un incontro tra due mondi. Ogni persona è un entità particolare, l’incontro cliente-counselor presenta tutte le incognite, le aspettative, i timori di un incontro tra due persone che non si conoscono e che ci si aspetta inizino a parlare di temi molto intimi, che stanno molto a cuore a una delle due.

Il compito del counselor è quello di facilitare l’apertura dell’altra persona. Può farlo solo a partire dalla sua consapevolezza di sé, dalla conoscenza dei propri punti deboli e punti di forza; deve sapere esattamente dove si trova lui, per sapere come accogliere l’altro. Una volta “centrato”, può stabilire il livello della comunicazione, come un diapason che dà il “la”.

Il livello di comunicazione si gioca col linguaggio non verbale, gli atteggiamenti corporei, la mimica facciale, l’uso degli occhi, lo sguardo, il tocco della stretta di mano, il contatto corporeo, la gestualità, il tono di voce, la sua inflessione, ritmo e cadenza, con la posizione, la vicinanza, la lontananza. Senza dire ancora neppure una parola, si può definire chiaramente il livello di comunicazione che si propone e fare attenzione in che misura l’altro lo accetta e vi entra.

La gamma dei problemi che possono essere presentati è molto vasta, e vedremo come possono esserci diversi atteggiamenti, più o meno direttivi, che il counselor può adottare nelle diverse circostanze, ma in ogni caso alcuni punti devono essere chiari sin dall’inizio, per evitare spiacevoli sorprese e delusioni, da entrambe le parti.

Il counselor non è lì per risolvere i problemi del cliente, ma per accompagnarlo nel processo di risoluzione che egli stesso dovrà attivare e intraprendere, con l’ausilio e gli strumenti che gli verranno messi a disposizione. Sarà un’impresa comune. Di solito non si incontrano troppe resistenze nel far adottare questo nuovo punto di vista, che indirettamente attribuisce al cliente un’importanza maggiore di quanto si aspetti, confermandogli un messaggio di fiducia: l’aspettativa che sarà capace di affrontare i suoi problemi, con la rassicurazione che comunque non sarà da solo nel percorso. L’importante è che il counselor stesso non se ne dimentichi mai e non si lasci sedurre dagli immancabili tentativi dei clienti, per indurlo ad assumere il ruolo di colui che risolverà tutti i problemi.



Liberamente tratto da: Counseling, di Marcella Danon, Red edizioni, 1999.
ecopsicologia on line
ecoeconews
newsletter
ecopsicologia in azione
ecopsicologia webzine