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Il salto di qualità a livello planetario
La soluzione ai problemi ecologici del nostro tempo non verrà solo dall'alto, proposta o imposta dai governi; ognuno di noi, in prima persona, può dare un importante contributo alla realizzazione del cambiamento necessario.
La situazione è tale che non possiamo permetterci di stare ad aspettare che la soluzione ai problemi ecologici del nostro tempo venga dall'alto, che venga proposta o imposta dai governi; c'è qualche cosa che dobbiamo cominciare a fare affinché la soluzione si manifesti a partire dal basso, da ogni singolo individuo del pianeta, da ognuno di noi in prima persona.

C'è cosa è che ognuno di noi può fare? E' questo l'interrogativo inquieto spesso inespresso. E non c'è niente di peggio, in situazioni di crisi come quella che si profila all'orizzonte, del sentirsi impotenti.

Sì, qualche cosa che possiamo fare c'è: svegliarci a una più ampia visione del mondo, della vita e di noi stessi. Possiamo prendere spunto dal disagio interiore, quando comincia farsi più diffuso e insistente – a partire da problemi personali o dal malessere esistenziale dato dalla situazione planetaria contingente –, per intraprendere quello che attualmente, in ambito psicologico, si chiama un percorso di crescita personale. Occuparci di noi è il primo passo per occuparsi bene del pianeta.

Crescere vuol dire rendersi disponibili a mettere in gioco tutto quanto su di sé, sul mondo e sulla vita si ha sempre pensato, per aprirsi a una possibile riformulazione di tutto ciò che finora è stato dato per scontato, per allargare gli orizzonti e riappropriarsi in prima persona del potere di "leggere" e di "scrivere" la realtà conformemente a quanto non gli eventi, non l'educazione ricevuta, non i condizionamenti del passato determineranno, ma secondo una scelta consapevole, formulata nel qui e ora secondo i valori che si decideranno essere, di volta in volta, quelli più importanti.

Vuol dire riappropriarsi del proprio potere personale, nei confronti della propria esistenza, prima di tutto, e del mondo circostante subito dopo.

Quando parliamo di crescita, pensiamo sempre al bambino e all'adolescente, come se una volta raggiunta l'età adulta il processo evolutivo della nostra vita avesse raggiunto una sua stabilità. Invece il processo di crescita dell'individuo non ha mai fine, perché una volta raggiunta la maturità a livello fisico, come abbiamo già visto, è su un piano interiore che c'è ancora uno spazio illimitato per proseguire il cammino.

Crescere vuol dire avvicinarsi sempre di più a ciò che si è veramente, ottimizzando capacità e potenzialità, riconoscendo e attenuando limiti, superando condizionamenti ormai inutili e imparando a interagire in modo costruttivo con gli altri.

E' un processo che non implica un apprendimento quantitativo, non ci sono materie da imparare o esami da superare, ma si tratta di un apprendimento qualitativo: è la capacità di riconoscere e integrare i diversi aspetto della propria personalità, decidendo liberamente quanto e cosa "coltivare" di sé e in quale delle possibili direzioni che la vita offre si vuole dirigere il proprio sviluppo.

Il processo di crescita personale è più lento e meno spontaneo di quello della crescita fisica, che avviene nostro malgrado, anche se non ce ne preoccupiamo. La crescita personale implica un atto di volontà, bisogna desiderarlo, bisogna dedicarci tempo e attenzione, e può rivelarsi un'attività appassionante, come quella dello scultore che toglie dalla pietra quello che non serve, per lasciar emergere la forma che gli sta più a cuore.

Non siamo abituati a pensare che sia importante dedicare del tempo a se stessi e alla coltivazione dei propri talenti o alla dissoluzione dei conflitti interiori, eppure, parafrasando il noto detto biblico, è solo imparando ad amare noi stessi che potremo aprirci all'amore per gli altri. "Ama il prossimo tuo come te stesso" è quanto sta già tristemente accadendo: la gente si ama poco, si conosce poco, non ha gli strumenti per accettare e integrare tutti i diversi aspetti di sé, anche quelli più riottosi, ombrosi, sofferenti e dunque turbolenti.

Questo non amore si riflette immediatamente nella qualità di rapporto con gli altri. La mancanza di contatto autentico con quanto di più vivo, autentico, ribelle, "selvatico", caldo e avvolgente è in noi, si riflette anche in un atteggiamento di rifiuto, fuga o addirittura ostilità nei confronti della natura. Lo sviluppo di un maggior consapevolezza individuale si rivela, così, funzionale all'evoluzione stessa dell'uomo.

Quando impariamo a diventare più attenti, empatici e rispettosi nei confronti dei diversi aspetti della nostra molteplicità, impariamo anche a riconoscere, accettare e apprezzare, la diversità altrui e la molteplicità della realtà. Occuparsi di sé non è più egoismo, ma diventa un esercizio di convivenza armonica e una guida all'azione efficace.

Jamie Sams, scrittrice e artista contemporanea, discendente dei Seneca e dei Cherokee, nel descrivere le tappe del sentiero di iniziazione nella sua tradizione di origine, racconta:

"Ogni essere umano è responsabile sia della sua luce che della sua ombra. Senza riconoscere entrambi i lati non possiamo guarire. Il fine dell'iniziazione della vita non è quello di divenire padroni di rigide regole di perfezione ma di divenire impeccabilmente consapevoli di tutti i nostri pensieri, sentimenti e azioni per poter riconquistare l'armonia e l'unità con tutto ciò che sperimentiamo nella vita.

Abbracciare tutte le sensazioni e tutti i pensieri vuol dire accogliere il bene e il male, la luce e l'ombra. In questo processo di integrazione scopriamo il valore del nostro libero arbitrio e il potere della scelta personale possiamo scegliere di dare autorità al negativo o al positivo". (1)

Autocoscienza non vuol dire solo equilibrio, maturità e responsabilità, vuol, dire anche impegno, come gli studi di Maslow sulle personalità autorealizzate hanno evidenziato. Il risveglio della responsabilizzazione nei confronti del proprio operato, del senso di compartecipazione con la realtà di cui si fa parte, della propria libertà di prendere in mano le redini della propria vita, stanno diventando molto di più di una semplice scelta terapeutica o filosofica, stanno diventando indispensabili alla sopravvivenza stessa della specie umana e dell'ecosistema terrestre così come lo conosciamo.

I VALORI DA RISVEGLIARE E SVILUPPARE

L'impegno che ci aspetta è dunque quello di ampliare i confini: possiamo partire dalla conoscenza di noi stessi per arrivare a conoscere il mondo, o possiamo partire dalla conoscenza del mondo, per scoprire noi stessi. E in questo percorso, svolto in una direzione o nell'altra, impariamo a incontrare anche con gli altri.

Crescita personale e coscienza ambientale sono concetti strettamente correlati e poggiano su ben precisi presupposti che ampliano i confini di visioni del mondo più ristrette e limitanti per aprire gli occhi verso una visione della vita gioiosa, attiva e ricca di senso:

- unicità e valore del singolo individuo

- esistenza di una natura interiore individuale da riconoscere e valorizzare

- fondamentale libertà dell'uomo, anche nella scelta del livello etico al quale adeguare la sua vita

- capacità di riconoscere i condizionamenti accumulati nel corso dell'esistenza e di distinguere tra quelli ancora utili e quelli inutili o dannosi

- capacità di riconoscere l'impatto e le conseguenze delle proprie parole e azioni

- dimensione etica connaturata, con potenziale spinta altruistica e senso di compartecipazione alla Creazione

- disponibilità e, anzi, necessità di apertura alla dimensione spirituale con il più ampio rispetto verso tutti i cammini esistenti

- valorizzazione dei tre valori fondamentali di libertà, creatività e responsabilità

- desiderio di sentirsi utile e di mettere la propria unicità al servizio della Vita

Oltre a questi principi propri della psicologia umanistica ed esistenziale, l'ecopsicologia fa riferimento ad altri presupposto basati su una nuova visione dell'uomo in grado di includere l'ambiente come parte di sé, su un nuovo paradigma di pensiero e una visione sistemica della realtà:

- il mondo in cui viviamo è vivo

- la nostra stessa vita è un evento di cui c'è ancora molto da scoprire

- siamo parte integrante del mondo in cui viviamo

- ai suoi livelli più profondi, la nostra psiche è legata alla Terra

- la natura è il nostro inconscio

- esiste un rapporto tra salute della Terra e salute psichica

- siamo parte di un sistema complesso il cui la vita è frutto di un delicato equilibrio tra biosfera e atmosfera

- l'insieme delle nostre credenze, opinioni, desideri e aspettative – noosfera
hanno oggi un peso concreto sugli equilibri dell'ecosistema terrestre

- siamo il più versatile degli esseri viventi che popolano il pianeta Terra ma questo non deve tradursi necessariamente in un potere su tutti gli altri esseri, ma piuttosto in responsabilità nei loro confronti

- non possiamo occuparci di benessere individuale senza fare i conti con le dimensioni più vaste in cui siamo interconnessi

- il nostro sviluppo sul Pianeta deve tenere conto degli equilibri indispensabili alla vita dell'intero sistema

- la scienza e la tecnologia contemporanee hanno già gli strumenti necessari per ridisegnare l'impatto ambientale della civiltà in termini più ecosostenibili, occorre solo la volontà politica

- l'opinione pubblica ha un forte impatto, abbiamo il potere di far sentire e far valere ciò che vogliamo e ciò che pensiamo

- la distruzione di ambienti naturali, specie animali e vegetali, di micro e macro ecosistemi ci diminuisce come individui e come specie

- siamo di natura sostanzialmente relazionale, ci realizziamo solo nell'incontro e nello scambio con gli altri

- i cambiamenti necessari la creazione di nuovi equilibri tra noi e l'ambiente naturale non sono soltanto di ordine pratico e materiale, ma sono prima di tutto psicologici e interiori

- nella misura in cui ci risvegliamo a una diversa percezione della realtà, inneschiamo un meccanismo di cambiamento. Se cambiamo noi stessi iniziamo a cambiare il mondo.

Tutte queste belle idee vogliono ribaltare l'idea che abbiamo di noi stessi come separati dal mondo di cui siamo parte per risvegliarci a una percezione diversa.

"La consapevolezza ecologica sorgerà solo quando la nostra conoscenza razionale con un'intuizione del carattere non razionale del nostro ambiente", scrive Fritjof Capra ne "Il punto di svolta". Solo così, a partire dalla consapevolezza della nostra profonda interconnessione con ogni aspetto del reale, potremo dare vita ad atteggiamenti e comportamenti concreti che possano tradursi in azioni, iniziative e strategie concrete.



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