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Green Mindfulness
L’Ecopsicologia al servizio della crescita personale e della cittadinanza ecologica. Estratto dagli atti del V Convegno nazionela di Montagnaterapia "Lo sguardo oltre. Sentieri di Salute" 16-19 Novembre 2016 a Pordenone.
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Abstract
L’incontro e la collaborazione tra Ecologia e Psicologia ha portato alla nascita di una visione attenta contemporaneamente al benessere dell’individuo e a quello dell’ambiente, riconoscendo l’inscindibilità di questi due parametri. L’Ecopsicologia si basa su una visione ecocentrica della realtà che riconosce la specie homo sapiens come tappa attuale di un processo evolutivo con radici profonde e a prospettive ancora da co-creare. Gran parte del malessere esistenziale contemporaneo viene ricondotto a una perdita di connessione, da parte delle persone, sia con l’ambiente naturale sia con la – metaforicamente corrispondente – propria natura più profonda e più alta.

Dall’incontro e collaborazione tra Ecopsicologia e Psicologia nasce un approccio alla crescita personale capace di operare dal presupposto più ampio dell’appartenenza della nostra specie al processo della vita in evoluzione. Questo si traduce in un grande impegno sia nell’accompagnare le persone a entrare in contatto con la propria unicità sia nel far intravedere loro la possibilità di inserire sinergicamente il proprio operato nella rete della vita.
L’ecopsicologia applicata ha preso il nome di Ecotuning e l’ecotuner opera ‘in natura, con la natura e per la natura’ per accompagnare in un salto di qualità indispensabile in questa fase della nostra espansione cognitiva e tecnologica, verso una riconnessione con il resto degli altri conspecifici, degli altri esseri viventi nell’ecosistema Terra e con tutto il Pianeta nel suo insieme, riconosciuto come il livello di cittadinanza ecologica da raggiungere collettivamente per poter affrontare con intelligenza i problemi ambientali e sociali che affliggono la civiltà umana contemporanea.




Green Mindfulness - L’Ecopsicologia al servizio della crescita personale e della cittadinanza ecologica. Estratto dagli atti del V Convegno nazionela di Montagnaterapia "Lo sguardo oltre. Sentieri di Salute" 16-19 Novembre 2016 a Pordenone.

Viviamo tempi importanti in cui la sfida evolutiva è quella di condurre le nostre esistenze – individuali e collettive – secondo modalità coerenti con i limiti stessi dell’ecosistema di cui siamo parte. Prima degli anni ‘70, prima del richiamo di Rachel Carson, l’autrice di Primavera silenziosa – “nelle nostre campagne gli uccellini non cantano più” (Carson, 1999) – prima dell’allarme lanciato dal report commissionato al MIT dal Club di Roma nel 1972, I limiti dello sviluppo, prima della nascita dell’Ecologia profonda e del suo affermare il valore intrinseco di ‘ogni’ forma di vita sulla Terra, non c’era la consapevolezza di vivere su una “astronave Terra”, un delicato ecosistema i cui equilibri avrebbero potuto alterarsi e le cui risorse esaurirsi, e non c’era neppure la consapevolezza di essere parte di una realtà complessa in cui ciò che succede agli antipodi finisce con l’influenzare anche la propria vita quotidiana, come ci hanno insegnato Chernobyl, i cambiamenti climatici, la globalizzazione dei mercati.
Il mondo ci sta cambiando davanti agli occhi, nell’arco di poche generazioni, e stiamo entrando nell’era che il sociologo Edgar Morin ha definito della “Cittadinanza terreste” (Morin, 1994), l’economista Jeremy Rifkin la chiama “Coscienza biosferica” (Rifkin, 2010), il teologo ecologo Thomas Berry “Era Ecozoica” (Laszlo, 2011) e Papa Francesco la definisce nella sua Enciclica Laudato Sì “Cittadinanza ecologica” (Franciscus, 2015). Occorrono una nuova mentalità, una nuova visione, nuove competenze per poter fare questo salto di qualità, individualmente e, allo stesso tempo, anche come società e come specie.

Un forte impulso alla creazione di questa nuova mentalità emergente è stato dato dalla Psicologia Umanistico-Esistenziale, che si pone come contraltare dell’idea deterministica e meccanicistica alla base delle prime due forze della Psicologia, Comportamentismo e Psicodinamica, sostenendo e promuovendo la fondamentale libertà di autodeterminazione, insita nella natura umana, nonostante gli inevitabili condizionamenti della storia personale. L’individuo, per Maslow, Frankl, Assagioli, Rogers, Perls, Berne, May – i principali esponenti della terza forza della Psicologia – nasce con una sua natura peculiare, unica e irripetibile, e quando trova le condizioni adatte, quando sono soddisfatti i bisogni di base di sicurezza, affetto e autostima, procede spontaneamente verso l’autorealizzazione. Dopo aver risposto alla domanda ‘cosa voglio dalla vita’ – e qui entra in gioco la Psicologia Transpersonale – nasce l’esigenza di rispondere a una domanda di diverso tipo: ‘che cosa la vita vuole da me?’ Nasce l’esigenza di mettere le proprie capacità al servizio di qualche cosa di più grande, che oltrepassi i limiti del piccolo orticello personale e vada oltre, verso una concezione più ampia della propria identità.

Su questi presupposti, alla fine degli anni ’80, l’urgente bisogno di attualizzare la visione dell’uomo e del mondo fa incontrare e interagire due campi apparentemente lontani tra loro: Ecologia e Psicologia, dando vita a un originale filone di pensiero e d’azione, l’Ecopsicologia. Studiata nelle università americane proprio nell’ambito della Psicologia Transpersonale, questa pratica amplia ulteriormente i confini dell’identità umana sino a farle riabbracciare l’intero ecosistema planetario. «Noi abbiamo perso il contatto con la nostra stessa umanità» (Glendinning, 1995), scrive l’ecopsicologa Chellis Glendinning promuovendo così l’invito a una rivoluzione copernicana, da una visione antropocentrica a una ecocentrica, in cui l’essere umano viene riconosciuto né padrone né parassita di questo bel pianeta verde e azzurro, ma parte integrante del processo stesso della vita in evoluzione.

Nata in California, da un gruppo di psicologi, counselor e educatori riunitosi all’Università di Berkeley... (continua)



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