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Apriamo gli occhi!
Anche nelle questioni ambientali ci vuole il coraggio di guardare in faccia alla realtà per affrontare concretamente ogni situazione senza sprecare le proprie energie nel far finta che le cose siano diverse.
I meccanismo di difesa, scoperti e descritti da Freud, sono quegli stratagemmi che tutti elaboriamo spontaneamente per non dover affrontare verità che ci farebbero male. Creano una separazione tra il sentire e il pensare, illudendo che tutta vada bene quando invece ci sono delle cose che non vanno eccome.

Tra i meccanismi di difesa più diffusi c'è la "rimozione", che consiste nell'escludere dall'area della coscienza una determinate informazioni o ricordi, come se non fossero mai esistiti. Piccole amnesie che rendono la vita quotidiana più leggera, ma che favoriscono un pericoloso accumulo di "materiale interno" che genera a lungo andare una sensazione di ansia diffusa.

Segue l'"evitamento", cioè l'allontanarsi sistematicamente da ogni situazione o persona che potrebbe far emergere i dati o le emozioni rimosse.
Oppure interviene la "proiezione", che attribuisce ad altri le ciò che non si vuole riconoscere in sé.

Sono stratagemmi che tutti, chi più chi meno, usiamo per proteggerci, soprattutto in momenti di maggior vulnerabilità. Ma non appena approdiamo a una situazione di maggior fiducia in noi stessi, troviamo la forza di guardare in faccia la realtà e ci liberiamo di tutte le scorie accumulate (..."svuotiamo la cache del browser", per usare un termine strettamente informatico che qualcuno capirà), decidendo di agire invece di nascondere la testa nella sabbia coma gli struzzi. Se manca questa capacità si varca la soglia della nevrosi e nei casi peggiori anche della psicosi, con "scissione" "dissociazione", in cui il varco tra l'area ciò che si sente davvero e la maschera che si indossa diventa molto difficile da colmare.

Rispetto alla questione del problema ecologico, come società, siamo ormai vicino a questi livelli più estremi. L'allarme causato da sempre più cupi bollettini ambientali, previsioni di catastrofi ecologiche e di inquinamento dell'aria che respiriamo, dell'acqua che beviamo, del cibo che mangiamo, delle sostanze che manipoliamo e ora persino dalle frequenze elettromagnetiche che ci avvolgono... è tale che la maggior patte di noi mette un muro, ovvero applica "rimozione" ed "evitamento" per non sentire l'ansia che provocano, comprensibilmente, tutte queste considerazioni.

La ricetta per venire fuori da questo circolo vizioso è la stessa, sia per quanto riguarda le nostre questioni personali che per quelle ambientali: affrontare la realtà per quello che è! Un intenso dolore momentaneo può diventare l'unico rimedio per non portarsi dietro una sofferenza per anche decine di anni, rovinandosi l'esistenza!
Il prendere seriamente in considerazione i pericoli che corriamo attualmente dal punto di vista ambientale, può portarci, come prima cosa a modificare tutte quelle piccoli abitudini giornaliere che possono rendere più sana la nostra vita quotidiana.

Inutile fare finta di non sapere: molto di quanto ci viene rifilato attualmente per la nostra alimentazione, la cura del corpo, la pulizia della casa, la costruzione e l'arredamento degli spazi che abitiamo - solo per limitarsi ai campi sui quali possiamo intervenire facilmente - non è sempre quanto di più salubre si potrebbe scegliere. ma scegliere altro si può. Quindi meglio aprire gli occhi ed esercitare questa libertà di scelta, come atto di crescita personale e di maggior consapevolezza anche ambientale.

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