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Il contatto con la Natura per il benessere dell’Uomo
L’escursionismo incontra la crescita personale diventando un’ottima metafora per esprimere il percorso di evoluzione dell’individuo: creare e mantenere un equilibrio tra tutte le nostre parti richiede presenza, consapevolezza, fatica, allenamento e costanza, elementi richiesti anche a chi desidera diventare un buon escursionista.
La montagna è stata a lungo percepita come uno spazio fisico lontano, irraggiungibile ed estraneo costituito da terra, roccia e ghiaccio facendo crescere sempre più l’interesse nei suoi confronti e stimolando l’immaginazione di chi la guardava da lontano e fantasticava su cosa si potesse vedere dall’alto e cosa si nascondesse dall’altra parte. Da questo bisogno di conoscenza e per soddisfare la curiosità nacquero le prime spedizioni e i primi viaggi verso quei luoghi ignoti e misteriosi.

A causa della sua conformazione geografica, però, la montagna fu inizialmente considerata come un ostacolo e una barriera da evitare e la sua esplorazione era considerata inutile e senza ragione. Soltanto negli ultimi decenni del 1700, con l’Illuminismo, è stato possibile affiancare la ragione al bisogno dell’esplorazione dell’ambiente montano: quello spazio incognito, apparentemente avverso, costituiva una sfida all’insuperabilità del limite umano, un desiderio di scoprire qualcosa di nuovo, di avere una visione diversa e totale del panorama, insomma di mettersi in gioco. Ancor prima di essere fisicamente sul sentiero, quindi, la montagna consentiva già una prima unione tra il mondo cognitivo e i sentimenti.


IL CONTATTO CON LA NATURA PER IL BENESSERE DELL’UOMO
Relazione del terzo anno della Scuola di Counseling di Cristina Chieregato, laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche

CREA - Scuola di Counseling Umanistico Esistenziale



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