eco we
Educazione ambientale, come la vita,
è scambio d'amore!
Avvicinando i bambini al mondo naturale con passione si risveglia il loro innato senso di amore e compartecipazione per il creato. Un invito a ritrovare la dimensione del cuore nell'attività educativa, complementare alla dimensione della mente.
“Scusi Massimo” - la bimba ben educata da maestre e genitori mi da del lei... - “volevo chiederle come si fa ad avere una passione per la Natura come la sua? E grazie per quello che ci ha dato e l'affetto che ci ha dimostrato!”.

Questo mi sono sentito dire da una ragazzina di una prima media di Sesto Fiorentino, al termine di una mattinata trascorsa con la sua classe, prima accompagnandola in un'area gestita dal WWF nella Piana di Firenze e poi con una lezione a scuola per illustrare un'operazione del WWF Firenze per la salvaguardia del rospo smeraldino.

Ecco, nelle belle e, per me, commoventi parole della mia piccola “allieva” (come se io fossi un maestro...) c'è tutto il succo di quello che rappresenta l'educazione ambientale per me e di quello che cerco di dare agli altri attraverso la mia attività. Evidentemente con risultati positivi...
Per questo parto da quella domanda e da quel grazie per scrivere l'articolo richiestomi da Marcella Danon.

Prima di tutto però mi sembra giusto ed educato presentarmi, anche per spiegare perchè Marcella ha voluto che io scrivessi.
Mi chiamo Massimo (ma sento questo nome un po'... ingombrante, quindi preferirei essere chiamato Francesco, in onore del Santo di Assisi di cui sono un seguace), ho 34 anni, vivo a Firenze e, visto che sono ambientalista convinto, lavoro come guida ed educatore ambientale. Soprattutto nell'ambito di progetti WWF.

L'approccio che cerco di tenere nei miei interventi nelle classi e quando accompagno qualcuno in un'escursione in Natura è molto ecopsicologico.
D'altra parte iniziare a lavorare nel campo dell'educazione ambientale, più che una scelta razionale è stata la risposta alla mia esigenza personale di trasmettere ad altri la mia consapevolezza che noi esseri umani non possiamo vivere senza la Natura perché siamo noi stessi parti di quella Natura e quindi dobbiamo proteggerla ed amarla come una madre, difendendola dai danni che, troppo spesso, le provochiamo; e di comunicare le emozioni che la vista di un fiore profumato o di un tramonto, il sentire lo scroscio potente di una cascata o il verso di un uccello provocano in me. Insomma, per farla breve, faccio educazione ambientale perchè amo “selvaggiamente” la Natura e la sento vibrare dentro di me!

Alla ragazzina che mi chiedeva come si fa ad avere passione per gli animali e le piante, ho risposto che è una passione che si deve sentire dentro di sé, ci si nasce.
Ed in effetti io sono convinto che tutti gli esseri umani ce l'abbiano. Ma troppi, anche a causa del mondo artificiale che ci siamo creati ed in cui viviamo, non riescono più a sentirla.
Per questo io cerco di aiutare i bambini e le persone con cui lavoro a “tirare fuori” quell'amore per la natura che è dentro di loro, cercando di far loro vedere il mondo che li circonda “con occhi diversi” e cercando di provocare emozioni, piuttosto che passare fredde nozioni.

Ed è per questo che io preferisco lavorare coi bambini, specie quelli delle materne o delle elementari. Perchè con loro è più facile lavorare sulle emozioni. Infatti, anche quelli più “cittadini”, cresciuti a tv e competizione estrema nei confronti degli altri e del mondo e staccati sempre di più dall'ambiente naturale, se portati in mezzo alla Natura e lasciati liberi di “ascoltare” riescono a recepire più velocemente di un adulto le energie che l'ambiente ci trasmette.
E poi perchè ho scoperto, mio malgrado, di avere un certo feeling coi bimbi.
Quando sono con loro tutto mi diventa facile; da insicuro divento tranquillo, calmo, paziente da negativo e pessimista divento solare ed allegro. Con loro riesco ad aprirmi...
Infine, più razionalmente, perchè i bambini ed i ragazzi rappresentano il futuro e quindi è su di loro che bisogna investire per sperare in un mondo più armonioso!

E per fortuna per ora dai ragazzi ho ricevuto tanti riscontri positivi che mi fanno pensare di essere riuscito a seminare qualcosa, semi che forse germineranno e porteranno dei buoni frutti...

Il grazie della ragazzina citata all'inizio di questo articolo, tanti applausi spontanei ottenuti alla fine degli incontri, bambine che non volevano che andassi via dalla classe, molti bambini che mi salutano abbracciandomi e dicendomi “ti voglio bene”...
Addirittura una volta un bambino mi chiamò dicendo “mamma”... Insomma evidentemente lo avevo messo talmente a suo agio da farlo sentire in famiglia...
Vedere i disegni ed i lavori realizzati dopo i miei interventi, sentire i ragazzi che mi salutano dicendomi “mitakuye oyasin, tutto è connesso”; oppure il ragazzino pauroso - che prima scappava dall'erba e dagli insetti - mettersi poi a inseguire i compagni e rotolarsi in mezzo all'erba alta più di lui...
Tutti momenti che mi hanno toccato nel profondo e che mi hanno aiutato a sopportare meglio i miei tanti momenti di sconforto e dolore...

Ma che soprattutto mi fanno capire che fare educazione ambientale è come la vita: è scambio d'amore...!


Franmax





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